Il General Cadorna. Testo Biblioteca Nazionale Austriaca. Si noteranno le particolarità del documento.

100 anni dopo il 24 maggio 1915: la Grande guerra in note a un secolo di distanza

Si dice che la Prima guerra mondiale sia stata la “Grande guerra” e potrebbe essere davvero stata così. Non perché vi sia o sia rilevante una poco auspicabile classifica di cosa sia grande o piccola tra le guerre e delle guerre, ma per il semplice fatto che fu una prima grande conflittualità su cui arrivarono convergenze ad alto impatto da parte dei mass media.

Prima guerra mondiale. 24 maggio 1915 l'Italia entra in guerra
Prima guerra mondiale. 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra

Uno scontro con la copertura, insomma, da più parti e fonti, e non solo celebrato o detestato dai canti “poetici” o lirici di chi desiderava o rifiutava la guerra, e non solo la carta stampa ma anche le storie più umili, i visi più “banali” trovarono traccia e memoria in immagini.

Soldati italiani in trincea, Prima guerra mondiale
Soldati italiani in trincea, Prima guerra mondiale

La Grande guerra fu guerra di influenza, fame, pale e filo spinato, pidocchi, mentalità antiquate su un piano strategico mentre nuove tecnologie arrivavano in massa in un trasferimento dal civile al bellico e relativa riconversione degli impianti produttivi che rendevano stonate tale impostazioni.
Per la prima volta, in modo massiccio, vi fu un contro-esodo dalle Americhe e dall’Oceania all’Europa quando fino a qualche anno prima e ancora durante e poi dopo, la migrazione aveva spinto dall’Europa a quei lidi.
La Grande guerra stessa, andando oltre quelle che erano e ancora sono certe prese di posizione rigide, fu un’occasione di trasformazione, pagata col sangue, che permise di barattare la fame e la miseria con un rancio misero ma pur sempre cibo e rischio della vita al suon di fischi di pallottole.
Suoni e fischi: dai mortai ai canti di trincea, in un paradosso di mondo in movimento transoceanico e trincee da metri per conquistare qualche vetta e rocce sterili.
Da “Mamma mia, dammi cento lire, che in America voglio andar …”, canzone di emigranti popolana e di cui non ho traccia d’autore, si passò a canti di orgoglio nazionale per poi arrivare allo sconforto sarcastico e impavidamente irrispettoso dei militari verso generali al comodo e al sicuro, distanti di certo più del nemico a pochi passi con cui passava una linea non solo di filo spinato ma anche di “simpatia” tra poveri diavoli.
Intendo canzoni quali le seguenti: un piccolo caleidoscopio di lirismo, propaganda, coraggio e, appunto, talora di sarcasmo.
E un invito a prender visione del bel sito seguente http://www.itinerarigrandeguerra.it/ .

L’Italia ne divenne parte ufficialmente il 24 maggio 1915, ben dopo l’inizio della medesima su scala internazionale.

In ricordo dei milioni di vittime perché di grande così non ci siano altre cose che solo più un ricordo e un monito per le generazioni.

La leggenda del Piave

Il Piave mormorava calmo e placido al passaggio

dei primi fanti il ventiquattro maggio;
l’esercito marciava per raggiunger la frontiera
per far contro il nemico una barriera!
Muti passaron quella notte i fanti,
tacere bisognava e andare avanti.
S’udiva intanto dalle amate sponde
sommesso e lieve il tripudiar de l’onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò: “Non passa lo straniero!”

Ma in una notte triste si parlò di tradimento
e il Piave udiva l’ira e lo sgomento.
Ahi, quanta gente ha visto venir giù, lasciare il tetto,
per l’onta consumata a Caporetto!
Profughi ovunque dai lontani monti
venivano a gremir tutti i suoi ponti.
S’udiva allor dalle violate sponde
sommesso e triste il mormorio de l’onde.
Come un singhiozzo in quell’autunno nero
il Piave mormorò: “Ritorna lo straniero!”

E ritornò il nemico per l’orgoglio e per la fame volea sfogare tutte le sue brame.
Vedeva il piano aprico di lassù, voleva ancora
sfamarsi e tripudiare come allora!
No, disse il Piave, no, dissero i fanti,
mai più il nemico faccia un passo avanti!
Si vide il Piave rigonfiar le sponde
e come i fanti combattevan l’onde.
Rosso del sangue del nemico altero,
il Piave comandò: “Indietro va’, o straniero!”

Indietreggiò il nemico fino a Trieste fino a Trento
e la Vittoria sciolse l’ali al vento!
Fu sacro il patto antico, tra le schiere furon visti
risorgere Oberdan, Sauro e Battisti!
Infranse alfin l’italico valore
le forche e l’armi dell’Impiccatore!
Sicure l’Alpi, libere le sponde,
e tacque il Piave, si placaron l’onde.
Sul patrio suolo vinti i torvi Imperi,
la Pace non trovò né oppressi, né stranieri!

E.A. Mario (pseudonimo di Giovanni Ermete Gaeta, Napoli, 5 maggio 1884 – Napoli, 24 giugno 1961)

 

La Sentinella (anonimo)

Era una notte che pioveva
e che tirava un forte vento:
immaginatevi che grande tormento
per un alpino che stava a vegliar!

A mezzanotte arriva il cambio
accompagnato dal capoposto:
– O sentinella ritorna al tuo posto
sotto la tenda a riposar.

Quando fui stato sotto la tenda
sentii un rumore giù per la valle:
sentivo l’acqua giù per le spalle
sentivo i sassi a rotolar.

Mentre dormivo sotto la tenda
sognavo d’esser con la mia bella,
invece ero di sentinella
fare la guardia allo stranier!

Maestro alle prove con coro di soldati.
Maestro alle prove con coro di soldati.

 

Il General Cadorna (ne esistono molte versioni, questa è una e si veda la immagine relativa)

Il General Cadorna ha scritto alla regina
«Se vuoi veder Trieste te la mando in cartolina»
Bom bom bom, al rombo del cannon!

Il General Cadorna si mangia le bistecche
ai poveri soldati ci dà castagne secche
Bom bom bom, al rombo del cannon!

Il General Cadorna è diventato matto
chiamà il ’99 che l’è ancor ragazzo
Bom bom bom, al rombo del cannon!

Il General Cadorna ha perso l’intelletto
chiamà il ’99 che fa ancor pipì nel letto
Bom bom bom, al rombo del cannon!

Il General Cadorna ha scritto la sentenza:
«Pigliatemi Gorizia, vi manderò in licenza»
Bom bom bom, al rombo del cannon!

Il General Cadorna ‘l mangia ‘l beve ‘l dorma
e il povero soldato va in guerra e non ritorna
Bom bom bom, al rombo del cannon!

Il General Cadorna. Testo Biblioteca Nazionale Austriaca. Si noteranno le particolarità del documento.
Il General Cadorna. Testo Biblioteca Nazionale Austriaca. Si noteranno le particolarità del documento.

 

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