Alla mia Squadra di Said in Italy

Alla mia Squadra di Said in Italy.
Lo spunto e l’invito nascono dal gruppo di Amici che con me sta condividendo un’idea di Gian e di Al da sviluppare assieme, dai 4 angoli del mondo in cui viviamo.
Con alcuni di loro ho una conoscenza personale, un trascorso di emozioni ed anche avventura. Magari sarebbe più corretto definire certe situazioni vissute dei veri e propri pericoli. Ma ci hanno fuso e forgiato assieme. La mia “vecchia” Squadra.
Con altri c’è solo una conoscenza da email, virtuale ma forte.
Sono un viaggiatore del mondo e sono fondamentalmente solo nei miei viaggi. Scelta e obbligo.
Tutto nasce dal ricordo del passato e dal ritrovare i suoi toni dapprima un po’ pastello nel presente di uno scambio di battute  e permettere a questi toni di colore del passato, grazie alla forza della vecchia e nuova Squadra, di avere ricaricata una energia vitale che rinvigorisce con brillantezza.
Dallo scambio, appunto, con Gian e Al, capi colleghi e amici di vecchie imprese, il pastello torna a brillare in me con luce forte.
Ritrovo il nostro quartiere operativo, i nostri orari da notte fonda e da sonno negato, le bugie ai propri cari – chi li aveva – per nascondere le sessioni di addestramento, la mia casa e le mie abitudini, il mio allenamento e la mia formazione, dialettica e culturale che solo con loro avrei potuto formare così. A voi, a noi: spesso chiamati dalle altre squadre, con un po’ di invidia, come copiaincollateam.
A voi e grazie a voi tutti, Squadra, ora che in poco tempo abbiamo realizzato quota 500 “mi piace”.
 Come sempre, l’ultima parola è vostra, cari Al e Gian, e lo dico con la gioia di esservi Amico mentre mi strappate un sorriso con la vostra dialettica, skill immanente e naturale, forte come una dote di natura non addestrabile e non imitabile.
Siete invincibili separatamente: uniti è ancor peggio, se possibile.
Inutile provare a contenervi. Tu e Gian avete sempre vinto e io ho sempre alla fine perso in questi giochi di parole e non ero l’unico a subire ma a gioire assieme: non si perde mai se si condivide e si ride assieme. 
A dispetto di ruoli e ranghi o gradi, ci si organizzava contro di voi per vedere come ne uscivate fuori; e ne uscivate sempre e solo fuori da Maestri.
Posso competere a forza fisica e rapidità di esecuzione ma la lingua uccide o salva più dei pugni e me lo avete insegnato. A me come a tutti gli altri.
Mi piace scherzare e con voi, mia vecchia squadra e ora rinata squadra, posso farlo.
Sono una pianta senza radici perché i traslochi nel perenne viaggiare sono come travasi in cui lasci sempre pezzi dietro. Ma forse le mie radici son proprio in voi e nel sapere che ci siete.
Dublino, Auckland, Copenaghen o Vilnius sono belle ma il sole è raro e la malinconia impera, tranne poi quando posso confrontarmi con voi “vecchi” e ora con tutti voi.
Grazie 
Eddy lo “smanettone”: come ai bei tempi, con voi.
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