Cibo Pasquale

Cibo Pasquale

Ed eccoci anche quest’anno giunti a Pasqua.

Una Pasqua secondo me arrivata troppo in fretta tanto che non ho ancora comprato nemmeno un uovo o una colomba.

Ebbene si, Pasqua correlata all’uovo e alla colomba e dedicata alla ricerca del supermercato, della macelleria dove il capretto/agnello costa meno (ma partiamo dai 14 euro al chilo e tutti di provenienza francese).

Io fortunatamente l’ho trovato dal mio amico pastore. Capretto piemontese a 9 € al chilo (che prezzaccio e che fortuna).

Ecco, alimenti di cui facciamo ampio uso in queste festività senza nemmeno saperne il perché.

Cerchiamo di trovare almeno una valida motivazione per le nostre spese alimentari.

Anche perché la cucina è cultura, oltre al corpo si deve nutrire anche la mente.

L’UOVO DI CIOCCOLATA, o di cartapesta ha un origine molto recente, ideata per questo mondo consumistico. In antichità era invece usanza regalare le uova vere decorate o colorate come simbolo della vita che nasce, dell’origine del mondo, della primavera che arriva e dà vita ai semi, simbolo anche di eternità richiamata dalla forma ovale perfetta che disegna una linea senza inizio e senza fine.

Se dipinto di rosso e seppellito nel campo o nell’orto si dice che sia di auspicio per un buon raccolto.

Ora capisco tante “stramberie” di mio nonno.

Per la Pasqua cristiana diviene perciò simbolo di nascita e rinascita, della Risurrezione di Cristo.

L’AGNELLO/CAPRETTO, che troviamo come secondo su quasi tutte le tavole, nella tradizione cristiana ricorda il sacrificio di Gesù sulla croce; simbolo di mansuetudine e di pazienza che richiama il Cristo condotto al macello sulla croce. Cibarsi dell’agnello equivarrebbe a cibarsi del corpo di Cristo immolato per la nostra salvezza.

Le ERBE AMARE usate come contorno invece, fanno riferimento all’amarezza della schiavitù d’Egitto degli ebrei oltre che all’amarezza del peccato raffigurato dal fiele offerto a Gesù da parte del soldato.

Per la COLOMBA, la tradizione vuole, o meglio, la leggenda, vuole, che a metà del VI secolo, Alboino, re dei Longobardi, durante l’assedio di Pavia, ricevette un pane lievitato a forma di colomba quale segno di pace.

Da allora, questo dolce fatto in origine da uova, farina e lievito, arricchito successivamente da burro, zucchero e canditi, entrò nella tradizione pasquale quale simbolo di pace.

Oltre alla colomba, molti non sanno che dolce tradizionale di Pasqua è la PASTIERA NAPOLETANA, preparata il giovedì santo per poi essere consumata il lunedì Albis.

E’ un dolce di pastafrolla, ricotta, uova e grano, nato nel monastero napoletano di San Gregorio Armeno dove le monache vollero celebrare la Risurrezione cucinando un dolce carico di simbolismo.

Oltre alle uova, già viste, vi è il grano, simbolo di vita; dal grano si ricava la farina con la quale si prepara il pane che richiama all’Eucarestia e, per ottenere la farina, il grano deve subire un processo di battitura, simbolo della Passione di Cristo che è stato umiliato e “battuto” prima di andare in Croce.

Per chi preferisce le leggende ne ho una anche per la pastiera.

Si racconta che le mogli di alcuni pescatori, lasciassero sulla spiaggia ceste con ricotta, frutta candita, grano uova e fiori d’arancio, affinché il mare riportasse a casa i mariti.

Al mattino, le donne trovarono i pescatori e videro che le onde avevano mischiato gli ingredienti e formato la torta.

Vi sono poi altri numerosi piatti pasquali tipici su cui non mi soffermo perché abbiamo già affrontato il simbolismo in esso presente, posso citare la torta pasqualina, le uova ripiene, il casatiello e il tortano…

Bene bene, adesso passiamo al concreto un piatto semplice semplice e molto “ratatouilloso”

Il CAPRETTO ARROSTO CON ERBE SPONTANEE AMARE

Ingredienti:

carne di capretto/agnello

cipolle, aglio, rosmarino, lauro, sale

brodo

erbe spontanee amare

burro, olio extravergine di oliva, sale

Taglio e lavo i miei pezzi di carne e li metto a scolare; comincio a pelare e tagliare le cipolle prima a metà e poi a fettine sottili, le metto in padella con olio e aglio e faccio soffriggere. A cipolla imbiondita butto i nostri pezzi di carne. Quando sono ben rosolati da tutte le parti, salo e aggiungo un po’ di brodo. Continuo col brodo (vegetale, quello di carne può alterare il gusto) fino a cottura completata. Spengo il fuoco e aggiungo le mie foglie di alloro che danno quel tocco di gusto “ratatouilloso” in più…

Intanto che il capretto cuoce, lavo e pulisco le mie erbe. Le metto in padella con olio extravergine di oliva e burro (metà e metà) e aglio e successivamente aggiungo un po’ di brodo e sale (aggiungerei un po’ di bicarbonato nel brodo per mantenere il verde brillante). Non le faccio bollire perché tutto il gusto e le vitamine si disperderebbero nell’acqua di cottura. Appena consumano il brodo sono pronte da gustare. Se non viene servito subito il piatto e le preparate prima, vi conviene farle bollire e raggiunta la cottura raffreddare immediatamente sotto l’acqua fredda per mantenerle il colore e non farle passare la cottura.

Servo il nostro bel capretto arrosto con le sue erbe di accompagnamento o in un piatto rettangolare o in un bel vassoio di porcellana per mettere in risalto il verde brillante delle nostre erbe.

E buon Ratappetito!

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