Crisi greca: dal piano B al piano C come Cina. La Cina nel caso Grecia. E se…

Si dice che ora si sia al lavoro sul “piano B” per la Grecia e che ci siano stati i tecnici del Fondo monetario internazionale (Fmi) che se ne siano andati via ieri 11/06/2015 contrariati dal tavolo con la controparte greca.Crisi greca ed euro.

Aldilà di amanti del complottismo come morbosa filosofia di indagine e di vita, di ricorso escatologico a regie superocculte e supergoverni sovranazionali, i politici COMUNQUE cambiano, se non come ruolo almeno come teste e persone fisiche e quindi opinioni. Alcune istituzioni sopravvivono, da oltre 200 anni, ma è pur sempre un cambiamento di persone. Tutto cambia e le piramidi della predazione, anche in politica, sono in perenne evoluzione. Gli Egizi non hanno più un impero, Alessandro Magno non è Alexis Tsipras e viceversa, l’Impero romano non c’è più da moltissimo… il Belgio era una potenza industriale forte duecento anni addietro, più o meno, ora è poco industriale ma pesa o pretende di pesare come una montagna sul piano politico: è pur sempre la capitale di quell’Unione europea che ora come da tempo sta cercando la soluzione “giusta” per dirimere il problema crisi greca.

Ed esaminiamo i punti politico-economici salienti più immediatamente evidenti:

  1.    il Fmi ha già sbattuto la porta ieri e potrebbe considerare la Grecia fallita o volerla sperare fallita. L’ Fmi, d’altra parte, ha un suo riferimento politico abbastanza palese (gli… Usa?). Non essendo però tecnicamente un organo politico, può dire cose poco politicamente corrette o fare cose poco politicamente gradevoli
  2.    la Merkel è una politica, la Politca (persona) per antonomasia, di corrente politica diversa da Hollande ma “uniti” al tavolo politico per conto dell’Ue. I politici non possono dichiarare fallimenti perché temono sempre l’effetto boomerang di tutte le dichiarazioni di tono completamente opposto fatte prima. Certo, si abbaia si ringhia ma si evita, in politica, di mordere troppo, per evitare sconquassi anche all’interno del proprio stato e, quindi, del proprio corpo elettorale
  3.    la Bce si è, di fatto ed anche esplicitamente, schierata per una difesa della Grecia ad oltranza dentro l’area euro. Non è di certo un organo politico ma ha la sfortuna di dover interfacciarsi con i politici ben oltre la normalità della cosa, con conseguente influenza della politica almeno in fase di analisi per la Bce
  4.    Euro working group, l”organo tecnico incaricato di preparare i meeting dell”Eurogruppo, avrebbe discusso formalmente, per la prima volta, di un default di Atene
  5.    la Grecia, se fallisse, uscirebbe dall’euro come moneta, ma non dall’Europa. Uscire dall’euro non significa uscire dall’Unione!
  6.    Tsipras ha più volte ammiccato e strizzato l’occhiolino a Putin e la Russia è allo scontro non solo formale ma anche economico con l’Europa
  7.    esattamente ora, 17:15 i mercati, l’altro immenso (non a caso al plurale…) soggetto fluido ma con peso specifico terrificante, dopo una giornata d’euforia ieri e di desolazione ribassista oggi (e basta andare di settimane indietro per trovare andamenti non diversi) riduce i ribassi, li dimezza, dopo la notizia della contro-offerta greca: un funzionario del governo, nella risma di tante teste parlanti in conto di altri e che poi magari vengono sconfessate un secondo dopo o rettificano esse stesse, ebbene un funzionario di governo dice che la «delegazione greca è pronta a sottoscrivere controproposte » ( …da che ne sapessi io si sottoscrivono le proposte altrui e non si sottoscrivono le proprie controproposte che hanno senso non di risposta ma di indurimento o altro… ma non importa… una bella dose di tensione ce l’amplificano i canali di comunicazione)
  8.    se la Grecia fallisse con moltissima probabilità le banche greche fallirebbero (e le tre più grosse banche greche sono possedute da banche tedesche).

Qualcuno dovrà per forza cedere: anche se non per forza chiari ci saranno vincitori e perdenti almeno su un piano di immagine e di capacità di gestione della situazione.

La situazione si è protratta così a lungo che qualsiasi politico non potrebbe non uscirne scornato: il tempo nelle crisi è come l’argilla e i politici attivi in un contesto d’argilla tendono a dimenarsi agevolando un effetto sabbie mobili per poi , appunto col tempo, rimanere incrostati se non bloccati nel pantano.

Alexis Tsipras e Angela Merkel
Alexis Tsipras e Angela Merkel

Qualcosa, però, manca… Si dice di Tsipras, Merkel, Holland, Junker, Putin, Fmi, Bce… ma non manca qualcuno?
Ebbene, a ben pensarci, qualcuno manca e non proprio un peso piuma: la Cina.

Se, da un lato, gli Usa sono ben “rappresentati” dall’Fmi, la Cina sembra invece una realtà distante, non coinvolta, non operante, vagamente informata sui fatti. Vagamente.

Sì, proprio la Cina: la Cina, guarda un po’, del porto del Pireo, di garanzia patrimoniali ricevute dalla Grecia all’inizio dell’instabilità finanziaria in corso… «Le mani cinesi sulla Grecia: ecco come Pechino ha puntato sull’economia ellenica (mentre tutti scappavano)» titolava il Sole 24 Ore[1] il 26 marzo 2014. Non proprio un’era geologica fa.

La Cina che, sempre un po’ silente e sorniona almeno per noi, per i nostri media, è poi sempre osservatore molto attento su tutti i tavoli di confronto, salvo prendere posizioni esplicite poche volte e senza concordare mai con i “partner” internazionali un piano, un programma. Dichiarazioni formali coi partner (Siria, Libia solo per citare alcuni casi) e invece poi azioni in solitaria, concrete, sottotraccia come con la Grecia.

Ora la Cina è ferma?

Credo proprio di no.

Mentre l’Europa, oltre la Grecia, ha grosse beghe di immigrazione da stati africani molto vicini come la Libia e dove la situazione libica è figlia anche proprio di errori anche in buona parte europei, errori in autonomia ma anche su dettatura (Usa?), mentre poi ha altre grosse beghe con la Russia di Putin e gli embarghi che tutti applicano (devono!) e che solo uno pare volere davvero (i non-europeisti Usa), insomma, mentre l’Europa pare cadere in una sorta di accerchiamento con da est e da sud i “nemici” africani e russi e pretenziosi greci e da ovest, oltreoceano, un “pressante” amico protagonista come gli Usa (da nord pare che il problema del Polo e dello scioglimento dei ghiacci sia quasi risolto…), la Cina che fa? Un titano del credito sovrano, che presta cioè con soldi pubblici e risparmi privati a mezzo mondo e in particolare proprio agli Usa, un titano del credito starebbe fermo, a parte la comparsata – chiamiamola così – succitata del 2014?

In un Europa dove nessuno vuol prendere la mossa decisiva e la Merkel non vuole decretare lei l’uscita dall’euro della Grecia per il rischio che correrebbe contro il sistema bancario tedesco e la Bce ma anche forse quote di bacino elettorale, mentre gli Usa spingono alla soluzione e all’accordo e poi l’Fmi va via per primo dal tavolo delle trattative, e con uno Tsipras abile a giocare in questi rapporti gravitazionali all’interno, in Grecia, e con l’estero tra Ue, Russia e mondo anche arabo, la Cina vogliamo che stia ferma?

Farà ribrezzo a tutti la Grecia degli sperperi e superdebiti, non ha industrie, ha un prodotto interno lordo totale e pro capite assai desolante, insomma è tecnicamente fallita (una, due o tre volte…), eppure la Grecia è la Grecia!Per il sol fatto di essere un cuscinetto e quindi per il suo “semplice” valore geografico unico, La Grecia non può essere “persa”. Tutti la schifano ma di fatto la questione è che tutti la vogliono, Cina compresa. Fantascienza? Ebbene ,l’articolo succitato del Sole 24 Ore offriva già chiari elementi a supporto: il porto del Pireo è l’inizio dell’autostrada per l’Europa e Cina e Russia lo sanno benissimo. La Russia per costruire il nuovo gasdotto deve firmare accordi con la Grecia, la Cina sta trattando da mesi l’acquisto del porto del Pireo.

Ricordando che: la Grecia al massimo esce dall’euro…ma non dall’Unione europea; e quindi?

Quindi, se queste sono le armi di ricatto di Tsipras con la UE ed i Fmi per allentare la morte del popolo greco, ossia il peso geopolitico della Grecia, è chiaro che non siano armi spuntate.

L’Europa (monetaria) senza la Grecia sarebbe molto più forte finanziariamente, l’euro potrebbe indebolirsi ulteriormente in caso di uscita ma magari dopo un primo periodo di forte volatilità i ratios europei post-uscita-Grecia potrebbero premiare il corso dell’euromoneta (se mai si riassorbisse bene un non certo piccolo peso di conseguenze indirette sul mondo bancario europeo e quindi per il credito). Difficile paventare scenari, comunque, di risposta: i mercati hanno sempre ragione ma non hanno mai motivo per averla.

Alexis Tsipras in un incontro per la celebrazione dell'arrivo della 18sima flotta cinese al porto del Pireo il 19 febbraio 2015.  Fonte: http://greece.greekreporter.com/2015/02/20/greek-pm-tsipras-we-welcome-chinese-investments/
Alexis Tsipras in un incontro per la celebrazione dell’arrivo della 18sima flotta cinese al porto del Pireo il 19 febbraio 2015. Fonte: http://greece.greekreporter.com/2015/02/20/greek-pm-tsipras-we-welcome-chinese-investments/

L’Europa politica, senza la Grecia, e quella parte di Europa economica non direttamente monetaria (in breve: l’economia quasi-reale) potrebbe essere messa a rischio: mai Russia o Cina prendessero il posto come referente di fatto dell’economia non più euromonetaria della Grecia (perché, infatti, un greco dovrebbe poi preferire la Merkel a Putin in caso di “abbandono”) la situazione avrebbe regole formali di un certo tipo e situazioni di fatto ben opposte.
La Russia embargata avrebbe possibilità di “zone franche”, diciamo quindi non ufficiali, dove poter interagire con gli altri non pochi europei non solo greci che non gradiscono la situazione attuale e la stessa Russia embargata potrebbe così giovarsi anche della semplice logistica e posizione geografica della Grecia. La Cina? Se mai fosse poi la Cina a intervenire post-uscita della Grecia, a pensar male verrebbe da dire che ci sarebbe un boom di prodotti immessi sul mercarto Ue con marchio Made in Greece e con “prezzi sottocosto”…

In breve: la Grecia permetterebbe di fare da camera di compensazione e di “pulizia” dove avere pieno accesso al mercato europeo senza dover passare da dogane più rigide e con interessi veri di tutela.

La Grecia fuori euro e dentro l’Ue, comunque, farebbe felici gli Usa, ma anche tanto tanto tanto felici la Russia e la Cina.

 

[1] http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-03-25/le-mani-cinesi-grecia-ecco-come-pechino-ha-puntato-economia-ellenica-mentre-tutti-scappavano–171750.shtml?uuid=ABYsJd5

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