ECONOMIA E GUERRA. I FLUSSI E LA POLITICA NELL’EVOLUZIONE DI QUESTO CONNUBIO

ECONOMIA E GUERRA. I FLUSSI E LA POLITICA NELL’EVOLUZIONE DI QUESTO CONNUBIO

Si dice che… untitledmentre molti siano concentrati sulla Grecia ed i problemi dell’Europa, pochi altri, almeno tra gli europei, si accorgano che gli equilibri politici ed economici stanno cambiando e potrebbero portare in futuro a nuove geografie di tensioni internazionali.

No, non mi riferisco alle classiche guerre combattute con spade e scudi, eserciti e fucili, bombe a mano e missili, armamenti balistici di tipo tattico e strategico, perché è indubbio che la corsa agli armamenti fatti nei decenni precedenti abbia prodotto un effetto di lungo periodo, un effetto da-allora-fino-ad-oggi, cioè i gravosi e costanti costi di mantenimento dello stock bellico. Costi che non sono più facilmente sostenibili. Un vero e proprio acido lattico da corsa agli armamenti.

E neanche lo smantellamento è così poi più efficiente e sostenibile. Con l’avvento dell’atomica, infatti, la corsa agli armamenti è diventata una corsa a senso unico, un tunnel a percorso vincolato e direzione unica.
Uno scudo o spada inutile in acciaio, persino un obice o un fucile  poteva essere scomposto e recuperato, rifuso e riconvertito; l’eventuale smaltimento, ossia buttarla via, non comportava perdita secca o un maggior costo ma una allocazione di inutilità,  e quindi lo smaltimento era quasi a impatto zero a livello di sistema.

La corsa agli armamenti atomici,  se è già quasi un passato per le superpotenze su un piano di strategia offensiva verso l’esterno, costituisce invece un problema per l’interno, una spada di Damocle proprio per i costi assai alti di mantenimento e la quasi impossibilità di smaltimento se non a rischi e prezzi ancor più forti. La strategie di guerra d’oggi, quella  contemporanea, secondo me, si basa invece sui flussi.

La guerra dei flussi
L’esatto opposto del destino unidirezionale dell’arsenale atomico e della guerra strategico-balistica d’alto impatto nonché delle tremende esternalità negative è proprio la guerra dei flussi.imagesXMVC7GFE
Flussi di dati o di persone, di servizi o merci, finanziari, migratori, ambientali, geopolitici, informatici o informativi ed altri che magari ora mi sfuggono ma già questo elenco è corposo. Tra i tanti, il flusso principale su un piano geopolitico è il flusso economico-informatico: i flussi di valori economici dematerializzati su canali di trasmissione a sensibilità zero rispetto alle distanze. Detto più terra terra: flussi di controvalori economici pari a miliardi e miliardi di dollari che in un nanosecondo fanno il giro del mondo passando per una miriadi di hub, peer, depositi, camere di compensazione e di smistamento. Un ginepraio di terminologie e di ruoli.
Su questi flussi si riversa anche l’attenzione di una cospirazione parallela, di terzi incomodi o di una pletora zoologica di predatori il più delle volte senza divisa e la loro nomenclatura si rifà a termini di altri tempi, tempi di flussi marittimi, quali pirati o interessi offshore. In tale scacchiere e spesso sotto le mentite spoglie di una ufficialità di veicolo da investimento, la “più temibile” new entry degli ultimi anni di flussi e soggetti detentori o veicoli operativi è l’ “armata” dei fondi sovrani o di fondi che hanno come ultimate owner un apparato statale.

Il mondo si sta di nuovo bipolarizzando o “spaccando” in due? Un nuovo equilibrio atlantico ed uno Brics

Il tema  è già stato ben individuato, nella prospettiva europea, quasi un mese fa nel nostro blog da  G P El Cid in vari post (Crisi greca: dal piano B al piano C come Cina. La Cina nel caso Grecia. E se… ,  Francia e Ue sono ancora (anche) mediterranee? Ea al posto dell’ Ue: Europa non unita ma atlantica ) e l’occasione di una lettura su internet mi ha offerto la possibilità di allargare questa prospettiva e di provare a portarla su una dimensione non tanto e non solo eurocentrica.

Infatti, nel merito di una mia ricerca su nuova bipolarizzazione della geopolitica mondiale, sono “inciampato” in una serie di articoli per me davvero interessanti e la mia testolina, curiosa quanto malfidente, ha iniziato a pensare e pensare…

imagesV72PU5AAhttp://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-07-15/la-banca-brics-diventa-realta–085832.shtml?uuid=ABFO7saB

http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2014/07/15/sfida-emergentinasce-la-banca-dei-brics_d95cb7ea-23df-4db2-9ad4-2d8d470d418d.html

http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2015-06-30/pechino-vara-banca-multilaterale-080440.shtml?uuid=ACF5RDJ

http://rt.com/business/173008-brics-bank-currency-pool/

Mi sono dilungato circa la ragione di questo mio post per cui lascio a voi la lettura dei succitati link. Provo ad enucleare da loro mettere in risalto alcuni punti chiave dei link succitati e che qua riporto leggermente integrati.

  1. Nasce la nuova Banca di sviluppo dei Brics (acronimo per Brasile, Russia India Cina e Sud Africa). Capitalizzata per  100 miliardi di dollari e già operativa finanzierà progetti di sviluppo infrastrutturale negli stati Brics e nei paesi in via di sviluppo di influenza ma potrà fare anche interventi di “copertura” per situazioni di stress di liquidità. Siglato a Mosca anche un accordo per la creazione di un pool di riserve valutarie. Insomma, una nuova banca per lo sviluppo dei Brics e delle loro aree geografiche limitrofe di influenza ma anche un versatile strumento per ogni problema di flussi di liquidità. Una dualità di fini che sono non proprio ortodossi su un piano astratto o epistemologico o di nessi: spinta macroeconomica propulsiva con interventi “reali” nell’economia reale e poi scudo o piattaforma di difesa per attacchi speculativi (tipo di lettura tra le righe da malpensanti come me) o crisi di flusso finanziario (tipo di lettura per chi ha animo positivo di intendere così).
  2. Una Banca alternativa all’Fmi per consentire alle nazioni di essere sempre meno dipendenti dalla moneta di riserva mondiale…
  3. I Brics prendono le distanze dal Fondo monetario internazionale e dalla Banca Mondiale, istituzioni nate 70 anni fa nell’orbita del dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America.
  4. Il presidente cinese Xi Jinping, è in partenza per la Russia su invito del presidente Vladimir Putin per il settimo vertice dei Paesi Brics l’8 e 9 luglio, e per il quindicesimo vertice dei capi di Stato della Shanghai Cooperation Organization (Sco, un organismo di coordinamento che raggruppa Cina, Russia e altre quattro repubbliche dell’ex Unione Sovietica: Uzbekistan, Tagikistan, Kazakistan e Kirghizistan il 9 e 10 luglio a Ufa. Com’è noto i Brics hanno creato a loro volta una banca che ha sede a Shanghai.  di Rita Fatiguso – Il Sole 24 Ore –
  1. Mosca, 8 lug. (askanews) – La Shanghai Cooperation Organization (SCO) inizia il processo di piena adesione dell’India alla organizzazione. Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin in una riunione con il collega indiano Narendra Modi. “Stiamo iniziando il processo di piena adesione dell’India alla Shanghai Cooperation Organization”, ha detto Putin che vede in Nuova Delhi un partner storico il cui ingresso nella Sco ristabilisce un equilibrio con la Cina e con la prevista adesione del Pakistan, alleato di Pechino.
  1. La Cina ha creato un fondo sovrano da 300 Mld di Dollari, il China Investment Corporation (Cic)[1]

images2D7QA1IIbrics Ufa 2015

 


 

 

 

 

Ma (si dice in Eurolandia)…

  1. Dal Corriere –  Draghi si è lasciato scappare circa i presunti aiut chiesti dalla Grecia alla Russia che “Ma no, non credo, non mi pare un rischio, non hanno soldi nemmeno loro…[i russi]“,  “Non si rivolgeranno alla Russia, non ha soldi neanche Mosca[2]

Quale lettura possibile? Secondo me le risorse, anche fossero diventate scarse nelle tasche almeno dei russi tagliando magari buona parte di quei costosi investimenti in armamenti ormai di “vecchia generazione”, sono state investite in questa nuova corsa agli armamenti e, quindi, stornate, investite e dirottate dal vecchio concept bellico ad altri strumenti operativi più moderni di intervento nei flussi.
Non che sia la prima volta che si passa dalla guerra con gli armamenti alla guerra economica: già in epoche antichissime ma erano casi episodici o di breve periodo, non sistemiche e senza un vero “apparato di fuoco”, complice il fattore di piena tangibilità degli asset economico-finanziari di quei tempi (i corsari ,ad esempio, dovevano fisicamente intercettare un nave bersaglio e poi non affondarla o addio lingotti – materiali – d’oro dobloni e quanto d’altro)

Ma oggi l’azione a me sembra pianificata, concepita e nemmeno troppo nascosta semmai quasi muscolarmente ostentata, perdendo quell’effetto sorpresa circa i soggetti operativi o veicoli di intervento, che vengono ben esposti come batterie di missili nell’epoca della guerra fredda  e, di contro,  mantenendo ben celata la tattica e la strategia dei medesimi veicoli e delle strategie dei gabinetti governativi o delle sale presidenziali.

Si vede bene la punta e la testa di questi “nuovi missili” finanziari ma non si può sapere come lo intendano armare e dove lo spareranno. Una volta i missili, quelli veri, erano in bunker nascosti nelle viscere della terra mentre  ora sono ben evidenti addirittura nei saloni presidenziali e nelle cancellerie governative o gabinetti dei ministri se non addirittura in enti o apparati sovranazionali come l’Onu o l’Ocse.

Non so voi… ma io in quegli articoli ci leggo questo e, soprattutto, molto di più!!!

Metis

[1] http://www.corriere.it/economia/finanza_e_risparmio/notizie/cic-potere-misteri-fondo-cinese-che-compra-mondo-9cf7d3b4-5381-11e4-a6fc-251c9a76aa3c.shtml

[2] http://www.corriere.it/economia/15_luglio_08/crisi-grecia-draghi-questa-volta-veramente-difficile-ae09bcca-2596-11e5-85c7-ee55c78b3bf9.shtml

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