Gesù bambino oggi nascerebbe su un gommone

Ebbene sì: Gesù bambino oggi nascerebbe su un gommone.
Non paia una irriverente affermazione verso credenti né una retorica banalizzazione; nemmeno vi paia una ironica scenografia per far denuncia del venir meno dei contesti agricoli locali. Nulla di tutto ciò, tutto molto più semplice: oggi Gesù bambino nascerebbe su di un gommone.
Al doversi muovere per adempiere al dovere del censimento e in o da certe zone…

 [ Luca – 1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. 2 Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio.]

… si uniscono molti altri elementi di una attualità sconcertante.

Alla mangiatoia, alle porte che non si aprono per ospitare la ormai imminente al parto Maria , [perché non c’era posto per loro nell’albergo], alla miseria di una situazione di necessità scadenzata da tempi imminenti, ecco, oggi, tutto quello spaccato di mondo e di persone sarebbe l’Egeo, piuttosto che il resto del Mediterraneo ma avrebbe nel gommone la mangiatoia di quei giorni.

 

http://www.ilsecoloxix.it/rw/IlSecoloXIXWEB/mondo/foto_trattate/2015/12/16/bimbimorti-k6wg--390x180@ilsecoloxixweb_265x122.jpg
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Non ci interessa, ora, stabilire se la natività della fede cristiana sia stata storia vera o meno, o che sia/non sia una storia degna di Fede o fede: anche fosse una storia del tutto o in parte inventata, quella “fantasia” che racconta di due disperati in viaggio e porte chiuse in faccia e che relega il momento del parto in un luogo misero, questa fantasia/Verità oggi avrebbe attualità non di fede o di fantasia ma di realtà tangibile.

Non è che una minima parte di titoli per un numero imprecisato di casi dove la disperazione, conseguenza della guerra o dell’occupazione, della ribellione o di qualsiasi sia il nome con cui il disumano accanirsi si concretizza, vede morire bambini, neonati.
La stella cometa questa volta non è l’astro che brilla indicando la via ma il telefonino satellitare; gli angeli in alto in cielo che destano e richiamano i pastori sono diventati rispettivamente radar, elicotteri e pescatori o o pattugliatori di polizia o militari. Il bue e l’asinello sono i salvagente.
Soprattutto, questi racconti non hanno in moltissimi casi un lieto fine e non è vangelo ma cronaca. In moltissimi casi non c’è la nascita o il trionfo della vita ma la liturgia macabra della morte.

Fonte http://www.ilsecoloxix.it/rf/Image-lowres_Multimedia/IlSecoloXIXWEB/mondo/foto/2015/12/09/bimbidue.JPG
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Sono rientrato da poco da quei luoghi e non so ancora bene definire cosa provo, non so ancora mettere in ordine il groviglio, l’ammasso di sensazioni che persino animo e occhi avvezzi ai vari fronti e alle varie emergenze come i miei, dopo tanti anni,  sono incapaci di  vivere con il necessario distacco professionale.
Semplicemente so che, se oggi si dovesse realizzare di nuovo quella favola o quel momento centrale di fede o del progetto divino, il luogo “eletto” non potrebbe essere altro che un gommone, nel Mediterraneo.

E vorrei poterci vedere solo la favola, il lieto fine a compensare l’ incredibile vuoto che, nonostante tutto, nonostante la mia fede, questo Natale non sa ancora colmare.

 

 

 

Lanzi & Kenecchi
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