MANIFESTO

  • Chi
    Siamo innamorati della cultura, nella sua massima estensione di definizione possibile, come prodotto immanente all’uomo e proveniente dall’uomo verso il suo universo.
    Ci proponiamo come un circolo culturale di persone, aperto alle persone e al mondo, inserito e insediato in Italia e che produce il suo sapere specifico, la sua conoscenza individuale e collettiva in Italia ma cercando di parlare il più possibile al mondo, oltre ogni forma di barriera o limite.
    Chi scrive, chi legge, chi frequenta le nostre pagine lo fa nell’interesse esclusivo di condividere il proprio desiderio di ricerca entusiasta e dedicata, la propria paressia, aperta al confronto.
    Certo, ognuno con le sue naturali propensioni al dialogo, ma con l’onestà intellettuale di chi ama entrare nel profondo delle cose, delle questioni, dei temi.
  • Cosa
    Non pretendiamo di inventare nulla di nuovo e, se qualcosa di nuovo è o sarà, questo sarà più frutto del caso che altro.
    Vogliamo semplicemente riproporre il salotto letterario o caffè letterario secondo i moderni strumenti della tecnologia.
    Vogliamo poter offrire un laboratorio di opinioni di idee e con gli strumenti odierni dell’informazione: il più possibile censita, verificata, confermata.
    Nessun vincolo opererà che non sia il succitato entusiasmo del ricercare e sapere e nessuna censura che non si dimostri funzionale al ruolo di antagonista sia di un’anarchia urlata ma non supportata da prove, sia di un apostrofare senza documentare, sia di un fare banali illazioni meramente e sterilmente lesive di diritti altrui.
    Varrà, comunque, sempre il ruolo, pro e contro, dell’ironia, della critica, e dell’umorismo, della salacità, salvo il dileggio fine a se stesso: la libertà nel rispetto, prima di tutto.
    Raccontare un pensiero Made in Italy con la correttezza di chi sa riportare le cose con presenza di orecchio o occhio ma sicuramente presenza di spirito, senza presunzione nazionalista.
  • Perché
    Anche il miglior giardino al mondo è, infatti, proprio nel mondo e parte del mondo e non può esimersi dal perpetrare sé ma anche accogliere quanto dal mondo arriva.
    Per difendere ciò che si pensa essere un fiore splendido in un giardino splendido ma senza ricorrere a disinfestanti di intolleranza e pressapochismo.
    Per raccontare un territorio, un mondo, il tutto con la lente di chi in questo territorio vive o sa ascoltare la sua voce e vuole provare a interpretare e offrire una dimensione di comprensibilità per tutto ciò che non è questo territorio.

Il pensiero Made in Italy nelle parole della sua gente.

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