Marina Ripa di Meana: una vita in vetrina

Marina Ripa di Meana –

Colazione al Grand Hotel, Mondadori

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Scrivo di questo libro perché è un libro singolare e perché mi piace molto. È uscito lo scorso anno e non ha ricevuto l’attenzione necessaria per un libro di memorie di prima mano.

Si legge bene mentre mette ordine tra autori, rivelando anche un Capote amante di De Pisis e una Marylin essenziale e bellissima con “le scarpe da tennis impolverate di rosso”.
Chi ha raccolto i ricordi della signora Ripa di Meana è stato molto bravo a far uscire fuori un prodotto- i libri sono prodotti dell’ingegno umano- per veri appassionati di Letteratura.

Chi sono coloro che definisco veri appassionati di Letteratura?
Sono quelle persone che ricercano connessioni tra i libri, connessioni necessarie per arricchire la loro personale biblioteca, che non è solo fisica ma soprattutto mentale.
La curiosità è la ragione per cui i veri lettori sono sempre a caccia di tutto ciò che la alimenta, la loro biblioteca mentale, con vero piacere.
Poiché questo è un libro per pochissimi, per lettori curiosi; rappresenta un ibrido.
Chi si aspetta un libro di gossip è completamente fuori strada, così come sbaglia chi per stupido snobismo mai lo sfoglierà, peccando di presunzione.
È un libro di ricordi di  prima mano, una cosa che non ha prezzo per i veri lettori. Quelli che vanno a caccia nella vita e nei libri e che mai si fermano alle copertine, anche se molto belle e chic come questa.

Per chi ama Parise, Moravia,  La Capria,  Capote, Marylin e tanto altro ancora.

Che la terra le sia lieve

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