A Napoli è sempre Natale – Atelier Presepiale

A Napoli è sempre Natale – Atelier Presepiale Scialò

di Rosaria Fortuna

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Da quando Napoli è diventata un luogo in cui trascorrere le vacanze e il tempo libero, molte delle attività della Città hanno assunto, agli occhi di chi napoletano non è, nuovo valore.
E così la Città, che ha una dimensione sempre viva e per questo festaiola, ha fatto del suo lavoro soprattutto artigianale un punto di forza, e vi voglio parlare della maestria nel creare opere straordinarie per il presepe.
Per chi a Napoli vive o da sempre la frequenta, ci sono zone come San Gregorio Armeno da evitare come la peste nei tre mesi di Fiera, come la chiamano gli operatori di settore. Sono i tre mesi in cui turisti italiani e stranieri (e anche autoctoni…) sono a caccia del pezzo unico, quanto più possibile simile a quello dei presepi settecenteschi così cari agli appassionati d’arte non solo religiosa. Perché tanto interesse? La vita, a Napoli, si compie per strada e, da Caravaggio in poi, la capacità di rendere le persone normali portatrici di santità e degne di essere avvolte di Luce, cammina di pari passo con la voglia di portarsi dietro un pezzo di presepe ancora oggi.
Alfredo Scialò è figlio d’arte, nel laboratorio del padre Giuseppe, a San Giovanni a Teduccio, periferia operaia e industriale napoletana, ha imparato a lavorare la creta, in mezzo ai libri di anatomia umana e animale di cui il padre era instancabile divoratore. Da due mesi si è trasferito in via Duomo al civico 234 , in un negozio tutto suo, insieme all’amico di sempre Luigi Campana, che ha iniziato a lavorare la creta, anche lui da piccolo nel laboratorio di Giuseppe Scialò.
A sentirli raccontare il loro lavoro, capisci come Napoli molto debba alla passione di chi continua a tendere il filo della tradizione rielaborandola. Come se l’essere stata capitale della moda nel ‘700, ancora oggi sia valido e possibile grazie al lavoro di persone come loro. Ti accorgi subito come i pastori, le madonne, i bambinelli e San Giuseppe, gli animali e, anche gli oggetti del vivere quotidiano siano tutti diversi tra di loro. Lo capisci dal modo in cui usano la creta, dal bisogno fisico di Alfredo di imprimere la sua traccia, dai suoi occhi perennemente a caccia di particolari. Il presepe è lui e, se suo padre era il cultore anche delle costruzioni a corredo dei personaggi, lui ama le persone. Al punto di dargli vita con fatica e originalità e, con il supporto di Luigi che rende il distacco tra Alfredo e le sue opere meno traumatico.
L’atelier di Alfredo Scialò è aperto anche di Domenica. Una tappa, da chi viene definito il nuovo Sanmartino, se siete a Napoli è necessaria. Soprattutto se vi piacciono la vita, l’arte, la bellezza.

Rosaria Fortuna
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