Ritrovata, forse, l’opera prima Vivaldi

Si dice che… Sia stato riportato alla luce, letteralmente, un brano inedito di Antonio Lucio Vivaldi (Venezia, 4 marzo 1678 – Vienna, 28 luglio 1741), e non un brano qualsiasi ma addirittura probabilmente il primo, il brano d’esordio, una sonata rimasta inedita, per un compositore caduto nell’oblio più o meno “selettivo” dell’ Ottocento verso la musica barocca.

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Ritratto presunto di Antonio Vivaldi Autore: Ignoto, XVIII secolo Collocazione: Museo internazionale e biblioteca della musica

Il reperimento dell’inedito del Prete rosso veneziano e l’autenticazione si devono al musicologo e direttore di orchestra Federico Maria Sardelli che ha diretto l’Orchestra Barocca Modo Antiquo, da lui fondata, nell’esecuzione del componimento alla prima mondiale del 9 febbraio 2015 alla Galleria degli Uffizi[1].

Musica: Vivaldi, inedito
The Young Vivaldi Project . Modo Antiquo. Federico Maria Sardelli

La datazione è stata stabilita tra il 1700 e il 1703, quindi ben prima delle sonate per due violini e basso continuo che sono state considerate la opera prima di Vivaldi.

Come si è giunti al reperimento del documento riportante l’inedito e alla sua attribuzione? In maniera abbastanza fortuita, come spesso succede, stando alle parole di Sardelli medesimo, ma di certo non casuale e molto più impegnativo è stato il lavoro di autenticazione dell’attribuzione a Vivaldi.

Un’analisi meramente stilistica o solo musicale spesso non è sufficiente, e gli argomenti di attribuzione sono in linea generale, frequentemente, di tipo anche necessariamente indiretto rispetto alla forma stilistica e sostanza del contenuto musicale.
Si tratta, infatti, in generale di analisi di tipo chimico-fisico e di tracciabilità di materiali che compongono il supporto, oltre che un laborioso lavoro di ricostruzione d’incroci di persone e carteggi epistolari o tracciabilità documentale e letteraria, semiotica e modalità sintattiche di scrittura e quindi poi semantiche del brano.

Dalle parole stesse del musicologo Federico Maria Sardelli, secondo quanto riportato dall’Ansa (www.ansa.it e vedi in nota), si dice che sia una composizione strumentale trasmessa da un manoscritto anonimo conservato in una biblioteca tedesca: le numerose concordanze musicali con lavori autentici e l’analisi della filigrana rivelano che si tratta di un lavoro del giovane Vivaldi, databile fra il 1700 e il 1703»[2].

Il comitato scientifico dell’Istituto Italiano Antonio Vivaldi, come riportato dal Gazzetino.it ,ha dichiarato all’unanimità che l’opera è autentica, basandosi sia sulle concordanze musicali con altri lavori autentici del musicista che sull’analisi della filigrana, centrata sulle modalità di scrittura dei pentagrammi negli spartiti[3].

 

[1] http://www.modoantiquo.com/site/index.php?page=The+Young+Vivaldi&toc=2107

[2] http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/musica/2015/02/03/ritrovato-primo-brano-giovanile-vivaldi_22dae3b4-4e65-4813-97b4-f12ef1887b71.html

[3] http://ilgazzettino.it/PAY/NAZIONALE_PAY/ritrovata_la_pi_249_antica_composizione_di_vivaldi/notizie/1160403.shtml

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