Salone Internazionale del Libro di Torino 2016, 1/2

Il reportage dei nostri inviati al Salone Internazionale del Libro di Torino, nella sua edizione 2016 conclusasi ieri.
Il Salone, crisi o non crisi, attrae sempre una platea entusiasta, partecipe. Come sempre, moltissimi gli ospiti di pregio, sia nazionali sia internazionali.
Riportiamo in due puntate i vari scatti che riteniamo più interessanti, come redazione di Said in Italy, e li rendiamo disponibili anche senza nostro logo per chiunque ne facesse richiesta.
Abbiamo intervistato e incontrato moltissimi ospiti: da Pierfrancesco Favino, il professor Luciano Canfora, Marco Cerbella “Cerbero”, Alberto Angela, Roberto Saviano, solo per citarne alcuni. Dialogo, confronto, promozione e dialettica le parole d’ordine dei vari incontri, e tutto unito dalla condivisa passione verso lo scrivere, il leggere, il toccare: appunto, il libro. Sì perché il gusto di un libro si fonda non solo sui suoi contenuti semantici, sul suo apporto di informazioni ma anche sul suo modo di essere “supporto”, sul suo essere cartaceo, tangibile; sui suoi profumi e sui suoi aspetti meramente bibliofili.
Certo, 2.0, digitale, ebook: non è mancato anche questo perché la tradizione di cosa è libro è un plasma proattivo, non autocelebrativo. La passione della carta rimane, ma se siamo su un blog a parlarne… vuol dire che nella tradizione c’è spazio anche per l’innovazione e per la convergenza.

Il nostro giudizio complessivo, giudizio fondato su una presenza in tutte le cinque giornate che da giovedì a lunedì hanno visto popolarsi il Salone al Lingotto di Torino, è assolutamente positivo. Rimane da definire quello che è il destino, la sopravvivenza degli editori medio piccoli, presenza che è fonte insostituibile di democrazia, come accessibilità libera a più fonti. Certo, abbiamo incontrato anche pubblicazioni non particolarmente “belle” secondo noi o editori “molto orientati”, ma questa rimane e deve rimanere una semplice opinione nostra e nulla di più, opinione che è figlia di una disponibilità e cioè di una possibilità di scegliere. Il settore dei libri è fondamento, è uno dei pilastri della libertà, e in esso ha diritto di spazio e di vetrina proprio l’editoria medio piccola, senza che la manovra a tenaglia di concentrazione prenda il sopravvento.

Buona visione e… buona lettura.

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