Si dice che… Métis (terza parte).

Continua il viaggio alla scoperta delle Métis per i coraggiosi che ci hanno seguito nelle prime due puntate:

https://www.saidinitaly.it/blog/2015/11/10/si-dice-metis-parte/

https://www.saidinitaly.it/blog/2015/11/21/si-dice-metis-seconda-parte/

Torna alla mente l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci e quel che si diceva a tal proposito attraverso le parole di Silvia Gramigna:

“La leggendaria quadratura del cerchio (propriamente la trasformazione di un cerchio in un quadrato di eguale superficie, mediante procedimenti geometrici) simboleggia il desiderio di ricondurre l’elemento “celeste” e quello “terrestre” a un’ideale concordanza. Ma se il quadrato, per sua natura, esprime la stabilità e la definibilità, all’opposto il cerchio o ruota, costituito da infiniti punti, suggerisce l’idea di moto e di indefinibilità.

uomo vitruviano

Osservando ora la rielaborazione originalissima leonardesca di queste antiche simbologie si nota come, a differenza di tutta la tradizione figurativa precedente — e qui sta il genio dell’artista — il quadrato non si trova centralmente inscritto nel cerchio, bensì disassato e spostato verso il basso in una posizione non casuale ma ben precisa, dove il punto d’incontro delle diagonali coincide con i genitali dell’uomo. Genitali che qui indicano l’origine fisica, come l’ombelico (al centro del cerchio) indica quella spirituale. La non coincidenza di questi due punti rende straordinario il disegno e veramente ancor attuale il suo messaggio al giorno d’oggi.”

Pochi centimetri separano l’ombelico (centro del cerchio) dai genitali dell’uomo (centro del quadrato), proprio come pochi sono i punti che, sul Dow Jones, separano il Trionfo dell’Uomo (e delle sue Intenzioni) dal Trionfo del Destino (e delle sue Regole).

Sempre Silvia Gramigna ha scritto:

Dalle antiche civiltà precristiane sino a tutto il Medioevo e al Rinascimento, il quadrato viene inteso come simbolo geometrico che esprime il desiderio di orizzontarsi in un mondo che appare caotico, mediante l’introduzione di direzioni coordinate. Nell’antica Cina, in Persia ed in Mesopotamia l’immagine della terra era quadrata. Nelle antiche cattedrali medievali il quadrato funge da immagine del creato a misura d’uomo, al centro del quale viene pensato l’arciere celeste, l’asse del mondo. La quadratura comporta un principio d’ordine che sembra essere innato nell’uomo e che, in un sistema dualistico, si contrappone al cerchio, che rappresenta potenze celesti. Il cerchio viene indicato da Platone come la forma più perfetta e, come tale, viene assunto quale simbolo medievale della perfezione dell’Assoluto. A Dio, nei sistemi mistici, si allude come ad un cerchio onnipresente per renderne, con concetti umani, la perfezione e intangibilità. Il cerchio, infatti, non ha inizio né fine, né direzione né orientamento, motivo per cui è simbolo del cielo e di tutto ciò che è spirituale.”

E’ allora la “cerchiatura del quadrato” quel che parrebbe propriamente attenderci alla fine di un anno, il 2013, che rischia davvero di rivelarsi un anno fuor delle possibilità previste? D’altronde il Cielo, a differenza di un biliardo non ha sponde.

E le Erinni?… non può esser che stiano ferme senza far nulla!… O forse è possibile?…Volendo far il verso a Magritte [che è colui che appare nel mio selfie in anteprima] e ad un suo quadro, in grado di spaesar facilmente tutti coloro che gli si paravano davanti…

pipa

…non ci resta che aggiungere:

“Ovviamente, non crediamo ad una sola parola di quanto da noi scritto sin qui…”

 A pochi mesi dalla chiusura del 2015 le cose stanno come si può veder qui sotto:

ciclo secolare2

E non serve ricordare che, in realtà, a quel che noi s’era scritto quasi tre anni fa [il pezzo precedente era del gennaio 2013] s’è sempre creduto: oggi, infatti, non è più questione di credere ad una possibile ipotesi, perché i fatti hanno finito col certificarne quasi del tutto la validità:

  • l’anno 2013 ha frantumato il ciclo secolare del mercato americano ed ora, nel tempo, se ne costruirà un altro, molto probabilmente diverso dal suo precedente. 

Sul grafico del Dow Jones abbiamo evidenziato i “periodi apollinei” (lettera “A” su sfondo verde) ed i “periodi dionisiaci” (lettera “D” su sfondo rosso) attraversati dal Dow Jones negli ultimi cento anni. Abbiamo anche evidenziato, con una freccia bianca, il momento in cui il passaggio dalla fase “dionisiaca” a quella “apollinea” poteva dirsi del tutto certificato: come si vede, manca solo un nonnulla perché possa avvenire anche questa volta. Eppure, proprio quel nonnulla, oggi, giustifica il terzo paradosso di Zenone: la freccia non sarà mai in grado di raggiungere il proprio obiettivo. Per quanti sforzi, infatti, potrà far nell’anno 2015, il Dow Jones non riuscirà mai a raggiungere pienamente il proprio obiettivo. Potrebbe farlo nel 2016, certo, ma il 2016 sarà un anno tutt’altro che facile.

 

Da qualche parte, in un altro momento, ne riparleremo…

Métis                            Kos

metis          image

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