L’erbavoglio…

 

 

L’erba voglio o erbavoglio non cresce neanche in Boboli, o neanche nel giardino del re? Possibile…

 

 

Nel caso, però, in cui, a dispetto del modo di dire, con il quale si sottolinea e stigmatizza l’insistenza e la prepotenza nell’esigere qualcosa, se ne dovesse ravvisare la traccia, è probabile che ciò possa avvenire in terra d’Italia.

Ricco di erbe aromatiche e selvatiche, componenti caratteristici della Dieta mediterranea tradizionale, il nostro Paese offre oggi l’habitat a oltre 100 specie di piante officinali, termine di tradizione latina – da officina, derivato da opificium a sua volta derivato da opus, uno dei termini della famiglia di ‘lavoro’, funzionale a mettere in luce l’aspetto della trasformazione e della lavorazione delle erbe stesse necessario a monte del loro consumo – con il quale si includono, oltre alle erbe aromatiche, quelle medicinali, da profumo, da liquore e da cosmesi.

 

Di queste 100 specie, tuttavia, poco meno di 40 occupano circa il 90% della superficie totale coltivata, offrendo un raccolto ambito da numerosi settori industriale.

 

Basti pensare, infatti, che nella sola industria alimentare le possibilità di impiego delle piante officinali e di altri derivati vegetali, biologicamente attivi, si sono moltiplicate tanto da consentire l’ampliamento dell’offerta di cibi a base di sostanze funzionali (functional, nutraceutical, therapeutic, longevity, food-ceuticals, pharmafood, phytochemicals) e l’inserimento nelle diete di alimenti addizionati, di integratori alimentari, etc.

Pregevoli per qualità aromatiche e di gusto, piante quali l’alloro, il basilico, l’erba cipollina, il finocchio selvatico, la maggiorana, la melissa, la menta piperita, l’origano, la pimpinella, il rosmarino, la salvia e il timo, posseggono anche qualità benefiche per la salute se somministrate in forma di tinture, decotti e infusi.

Oltre a specifiche proprietà organolettiche e terapeutiche, ogni erba è portatrice inoltre di un nucleo di conoscenza difficilmente intuibile e definibile in assenza di una guida che consenta di muoversi tra i tanti saperi relativi alle lingue e alle forme assunte dalla loro pratica: i testi, verbali e non, sui quali si impernia la tradizione di un popolo.

Tutto questo è L’erbavoglio un percorso di scoperta dei saperi umanistici e scientifici di cui ciascuna erba è depositaria. Un sapere che renderà ciascuna erba… sempre più verde.

 

 

Partiremo con la prima erba, il basilico,
e aggiungeremo di seguito le altre man mano che verranno pubblicate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

di Laura di Renzo e Francesca Dragotto
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Laura Di Renzo è professoressa aggregata e ricercatrice presso l’Università di Roma Tor Vergata. Specialista nel campo della nutrigenetica e della nutrigenomica, per la prevenzione di obesità, sarcopenia e osteoporosi, è coordinatrice e responsabile di cinque progetti di ricerca nazionali e responsabile per l’Italia di un progetto Europeo della Commissione Cultura.

Impegnata da parecchi anni anche come divulgatrice scientifica, è consulente RAI dal 2010, con interventi televisivi nelle trasmissioni Geo &Geo e Fuori TG di RAI 3 e Uno mattina e Linea Verde di RAI1. Ha al suo attivo oltre 60 pubblicazioni su riviste internazionali scientifiche e dodici libri di divulgazione scientifica. Tra gli altri, è (co)curatrice e/o (co)autrice di LA DIETA MEDITERRANEA. Nicotera, il modello italiano di riferimento, Rubettino Editore 2011; La filiera delle piante officinali, UniversItalia, 2014; Mangiare all’italiana, nutrirsi mediterraneo. Saperi e pratiche alimentari tra cultura, salute e territorio, UniversItalia, 2012; La bellezza della semplicità. 50 ricette italo-croate tradizionali, UniversItalia, 2014.

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